martedì 6 luglio 2010

Intervista ad una paziente italiana affetta da morbo di Morgellons

Pubblichiamo un'intervista ad una donna colpita dal Morgellons. Nel ringraziare questa coraggiosa testimone, che ha descritto con dovizia di particolari sintomatologia e decorso della sindrome di origine nanotecnologica, rammentiamo che, per ora, è stata eseguita in Italia un'unica diagnosi ufficiale di Morgellons, poiché i medici, pur a conoscenza dell'affezione, non appena una persona accenna ai sintomi della malattia, si chiudono a riccio, rifiutando sia di analizzare i filamenti sia di prescrivere esami ad hoc, per liquidare il tutto come delirio o, nella migliore delle ipotesi, come parassitosi. Certamente si deve escludere l'eziologia psicosomatica del Morgellons, poiché ne soffrono pure gli animali ed in quanto le fibre polimeriche, estruse dalle ferite, sono tragicamente reali e identiche ai filamenti di ricaduta rinvenuti in seguito alle attività di aerosol clandestine.

Ricordiamo, come avverte tra gli altri, lo scienziato statunitense Clifford Carnicom, che siamo tutti contaminati: il problema non è per nulla da sottovalutare, giacché il Morgellons, non circoscritto a "pochi" malati, potrebbe, da un momento all'altro, sfociare in un'epidemia.





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martedì 29 giugno 2010

L'incubo del Morgellons: esagoni e nanotecnologie (articolo di Ian Smith)

Ian Smith, ricercatrice indipendente ed ella stessa malata di Morgellons, ha scritto un articolo, in cui, oltre a raccogliere l'agghiacciante testimonianza di una paziente, espone alcuni dati frutto di recenti studi su questa malattia. Riportiamo alcuni stralci significativi del testo, ringraziando Tom Bosco, direttore della rivista Nexus per la preziosa segnalazione.

Un orrore completo è stato vissuto da una donna con la malattia di Morgellons. Mi aveva telefonato per raccontarmi la sua storia. Mi ha anche gentilmente permesso di mostrare le sue foto e testimoniare la sua esperienza. Mi ha mandato alcuni dei suoi campioni di pelle affinché io li potessi esaminare.

Questa donna si accorse che qualcosa stava succedendo alla sua gamba. Sentiva qualcosa muoversi e diede uno sguardo da vicino con il suo microscopio digitale. Quello che osservò sembrava appartenere alla sceneggiatura di un film horror. Vide che la trama della sua pelle era cambiata: essa le ricordava le squame di un serpente. La pelle normale era stata sostituita da una struttura esagonale. Gli esagoni costituivano degli aggregati duri che erano di colore bronzeo ed erano incollati attraverso una specie di biopellicola.

Si tratta di materiale nano-tecnologico comparabile con quello estratto da altre ferite di persone affette dal morbo di Morgellons. Ho individuato quattro dispositivi nanotecnologici e di questi, tre figurano nelle stesse pagine dell'Interscience Wiley Journal. Questa rivista specialistica pubblica studi sui biomateriali usati nella ricerca, nella medicina e nel settore delle comunicazioni.

[...] Gli insetti che sovente aggrediscono i malati di questa atroce sindrome sono in realtà attirati dalla cellulosa: la mia precedente ricerca, infatti, ha evidenziato la presenza dell'ameba Discoidium Dictyostelium come componente delle lesioni nei pazienti colpiti dall’affezione. Il residuo di cellulosa di questo organismo può attrarre alcuni piccoli insetti.

Anche se le statistiche ufficiali scarseggiano, esiste un consenso generale sul fatto che un numero elevato di malati di Morgellons ha le seguenti caratteristiche genetiche e fenotipiche.

1. Il fattore Rh negativo
2. Antenati provenienti dal Nord Europa
3. Un aplogruppo genetico U5 Ursula: U5 è il D.N.A. più antico d'Europa.
4. Una duplicazione / Trisomia 1q42 di 11 Q42 12
5. Occhi azzurri, verdi o castani
6. Presenza di alcune anomalie genetiche

Le fibre rosse e blu del Morgellons sono in ognuno di noi. Insetti bio-tecnologici possono trovarsi nelle scie chimiche e sono vettori di varie patologie. Questi insetti sono estremamente resistenti e difficili da uccidere. Ne esistono numerose specie e molti sembrano simili ad insetti naturali. Il colore di alcuni di questi insetti corrisponde al blue delle fibre estruse dai malati di Morgellons. A volte si trovano dei vermi bio-tecnologici: penso che il test del D.N.A. avrebbe rivelato la struttura genetica dei Nematodi. […]


Leggi l'articolo in lingua inglese qui.

martedì 8 giugno 2010

Inibizione della colinesterasi come risultato dell'esposizione ad emissioni aeree di materiali nanocompositi - Parte 1 (Hildegarde Staninger)

Pubblichiamo uno studio della tossicologa statunitense Hildegarde Staninger circa la correlazione tra esposizione a materiali nanocompositi diffusi per via aerea (soprattutto con i velivoli chimici) ed inibizione della colinesterasi. Si tratta di un articolo referato, basato su rigorose e pluriennali ricerche. Ringraziamo RH negativo per l’accurata traduzione.

Articolo di Hildegarde Staninger, Ph.D., RIET-1, Tossicologa Industriale/IH & Dottore di Medicina Integrativa, del 7 settembre 2009 Presentato alla Conferenza Nazionale dell'Albo dei Professionisti in Scienze Ambientali 5 e 6 ottobre, 2009, Des Plaines, Illinois. Pubblicato sulla Rivista NREP di Ambiente e Sostenibilità.

SINTESI

L'inibizione della colinesterasi è stata associata all'esposizione a pesticidi oranofosfati e carbamati, fin dalla loro creazione durante la Prima e Seconda guerra mondiale. Tipicamente, essi provocano gravi disturbi neurologici che conducono alla paralisi non solo negli insetti, ma anche negli esseri umani. L'esposizione avviene solitamente attraverso l'uso improprio di dispositivi per la diffusione di pesticidi oppure attraverso l'irrorazione aerea. Gli effetti dell'inibizione della colinesterasi per esposizione cronica o esposizione intensa e reiterata si traducono in un'inibizione delle attività dell'enzima acetil-colinesterasi (AchE). L'integrazione di nanoparticelle in vari materiali nanocompositi, come gli idrogel aerei ed altre simili sostanze usate nelle irrorazioni aeree, nella modificazione del tempo atmosferico e nella dispersione di nanosensori (M.E.M.S. n.d.r.), comporta nell'individuo l'inibizione della colinesterasi fino al 96.2% nonché la presenza in quantità rilevabile di materiali nanocompositi. Ciò a conferma delle scoperte pubblicate dalla Ocean University (Cina) nel numero di giugno 2009, sulla rivista Chemical Sensitivities (Sensibilità Chimiche), secondo cui le nano particelle sono 100 volte più tossiche di una singola molecola di pesticida, come il malathion, il propoxopur o il benomyl.

PREMESSA

Durante l'estate del 2007, a Phoenix in Arizona, una donna dell'età di 51 anni fu esposta ad irrorazioni aeree per la modificazione del tempo atmosferico e per il controllo di vettori patogeni (zanzare) condotte secondo i requisiti G-1 e nell'ambito del Progetto Earth Scope [1]. Ella si trovava a casa con le finestre aperte ed era uscita di casa per vedere che cosa stesse accadendo. Immediatamente provò una sensazione di bruciore e di formicolio e di lì a poco si ammalò. Dopo una serie di test analitici e di analisi specialistiche, si giunse alla conclusione che la donna era rimasta esposta ad un livello minimo di materiale nanocomposito ed a tecnologia Sencil™1, sulla base di campioni di materiali estratti dal corpo, che, a prima vista, apparivano come follicoli piliferi, ma che, in seguito alle analisi di laboratorio, non si rivelarono tali. Il campione prelevato fondeva a 650 gradi centigradi, mentre un capello umano fonde a temperatura di poco superiore ai 135 gradi centigradi ed un capello sintetico a circa 225 gradi centigradi.



DISCUSSIONE

L'attenzione fu focalizzata prioritariamente sui sintomi del soggetto, che coincidevano con quelli relativi ad un’inibizione cronica dell'enzima acetil-colinesterasi (AchE) nei globuli rossi in circolo, che ne regolano il deposito nei vari organi a tessuto molle all'interno dell’organismo. Non appena i livelli dei valori dei globuli rossi divengono molto alti, essi innescano il rilascio di colinesterasi plasmatica per colmare ciascun effetto futuro nell'inibizione nell'andamento “a montagne russe”. Questi effetti “a montagne russe” possono essere particolarmente improvvisi oppure graduali; tutto dipende dalla quantità di recupero dell'enzima nei sistemi organici e dalle soglie di attivazione di specifici fattori di modulazione sensoria all'interno delle membrane della cellula e nella membrana nucleare.

Un’approfondita analisi tossicologica dei risultati, mediante calcoli matematici standardizzati per determinare l'inibizione percentuale (%) dell'acetil-colinesterasi, è stata condotta a partire dai test iniziali del 2008 fino agli attuali valori del 2009. I valori sono stati calcolati e basati sul valore corrente di riferimento della colinesterasi per i globuli rossi e per il plasma per mostrare una relazione temporale lineare e, da un punto di vista medico, sono state annotate le osservazioni cliniche per opera del medico curante naturopata e tossicologo nella paziente in relazione agli effetti cronici dell'inibizione della colinesterasi e del suo meccanismo di azione tossicologica e neurologica.

Il 15 agosto 2009 il valore individuale della donna per la colinesterasi è di 2019 IU nel plasma e 5774 nei globuli rossi (RBC). Qui di seguito è mostrata una tabella comparativa basata sul valore di ogni singola data, confrontato con quello del 15 agosto 2008 (Nota bene: ad un anno esatto dal test iniziale).

Tabella 1 -1: Data vs. Livello Valore (IU) e percentuale calcolata di inibizione della
colinesterasi

Plasma
08/15/2008 07/21/2009 08/11/2009

2019 4928 4581

Percentuale del valore base di inibizione (BV) 59% 7.57%

NOTA: percentuale di inibizione tra il valore base ed il più recente valore testato corrisponde al 55.92% di inibizione della Colinesterasi Plasmatica nel periodo di un anno.

Globuli rossi (RBC)

08/15/2008 07/21/2009 08/11/2009

5774 2080 L 15,092

Percentuale di inibizione del valore base (BV) 96.4% 86.2%

La percentuale di inibizione tra il valore base ed il più recente valore testato è pari al 61.74% di inibizione della Colinesterasi nei globuli rossi nell’arco di un anno. Un altro soggetto esposto a nanocompositi e nanoparticelle attraverso l'acqua, una donna di 50 anni, aveva il 76.2% di inibizione dell'acetil-colinesterasi nei globuli rossi. Il soggetto sano di riferimento, un uomo di 70 anni, aveva lo 0.3% di inibizione dell'acetil-colinesterasi nei globuli rossi e nessuna traccia di esposizione a materiali avanzati nano-microbici di alcun tipo. Il valore di riferimento rientra nella deviazione standard di <= 2% del valore di inibizione. Lo standard indicato dal Governo Federale degli Stati Uniti per l'inibizione cronica della colinesterasi è stato stabilito dall'Agenzia Statunitense per la “Protezione” dell'Ambiente (E.P.A.) nella 4° edizione del libro bianco, Diagnosi e Gestione degli Avvelenamenti da Pesticidi E.P.A., Ufficio Tipografico Governativo Statunitense (U.S. Governmental Printing Office), Washington, D.C. Marzo 1989 E.P.A.-0540/9-88-001, nella misura in cui un fattore di inibizione uguale o maggiore del 10% rappresenta la conseguenza di un avvelenamento cronico da pesticidi. Una varietà di materiali nano-microbici d'avanguardia è costituita da materiale composito che contiene miscele di proteine Drago, carbamati e microbivori, ciascuno dei quali, a sua volta, contiene specifiche sostanze chimiche di cui è noto l'effetto di inibizione della colinesterasi. La differenza tra l'esposizione ad una normale sostanza chimica o pesticida e l'esposizione a materiali nanotecnologici avanzati è che i nanomateriali sono in grado di penetrare attraverso le membrane cellulari e di attaccarsi alla membrana cellulare alla stregua di proteine G/proteine C-reattive con interazioni chimiche sulla membrana nucleare, che avrebbero come conseguenza un valore misurabile di immunoglobuline come anticorpi antinucleari. [2] A causa di questo fattore primario di penetrazione del citoplasma, degli organelli e della membrana nucleare, le nanoparticelle sono citotossiche e provocano disfunzioni cellulari nonché lesioni. Innescano inoltre stati patologici con meccanismi tossicologici. Ciò è ulteriormente complicato da precedenti esposizioni a virus delle malattie esantematiche (morbillo e varicella) ed alle attuali emissioni aeree sperimentali per l'Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata per la “Difesa” (D.A.R.P.A.) nell'ambito del Programma Non Convenzionale di Contrasto a Patogeni (Unconventional Pathogen Countermeasure Program) e del Progetto Earth Scope. [3], [4] La paziente è stata sottoposta a test specifici su campioni ricavati da bagno ionizzato e campioni di “pseudo- capelli”, che hanno rivelato l'esposizione a materiali nanocompositi, che sono fuoriusciti dal suo corpo. Questi materiali sono stati inviati alla Applied Consumer Services, Inc. per l'analisi di materiali avanzati e alla Morris Consulting, Inc., laboratori che sono entrambi gestiti in conformità con standard interni di General Public Licence (G.P.L.).


Fine prima parte


Qui la seconda parte

Il Direttore e Fondatore del National Registered Environmental Professionals, Dottor Richard Young, esprime il suo apprezzamento al Comitato Tanker Enemy per aver tradotto e pubblicato lo studio della Dottoressa Staninger.

Al Dottor Young vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.



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sabato 8 maggio 2010

Morgellons: trovata una terapia?

Pubblichiamo un articolo sul Morgellons tradotto dall'amico Mr X. Il farmaco contro il Morgellons – citato nel testo - o, meglio, il preparato per alleviarne i sintomi, trova probabilmente la sua efficacia non solo nel fatto che l’ingrediente principale, lo zolfo organico, è usato per le malattie della pelle, ma anche per le sue altre proprietà terapeutiche, tra cui quelle chelanti. Si legga, a tale proposito, il documento "Fior di zolfo".

Nota bene: si precisa che i suggerimenti di tale testo non sostituiscono in alcun modo e per nessun motivo i rimedi, le terapie e le indicazioni del proprio medico cui bisognerà rivolgersi in caso di necessità.


Le autorità governative ed i dipartimenti per la tutela della salute locali continuano a ricevere denunce riguardanti una misteriosa malattia della pelle chiamata "Morgellons." Il Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie ("Center for disease control") ha iniziato, circa tre anni fa, un’indagine sulla malattia, dopo una serie di segnalazioni provenienti dal canale News 8. Chi soffre di Morgellons lamenta una sensazione di formicolio sulla superficie e all’interno della pelle. Bert Mc Daniel, in passato, ha tentato di trovare sollievo, adoperando vari oli, ma anche ricorrendo ad alcool e persino alla candeggina, tutti prodotti ben visibili nel suo bagno di casa. Dichiara: "Per me non è mai stato difficile spendere anche 150 dollari in una farmacia e andare in giro con una borsa piena di oli e prodotti di questo genere". Mc Daniel afferma di sentire una sensazione di formicolio sulla pelle come se vi fossero degli insetti sul suo corpo “che mi pungono e che strisciano su di me", dichiara, mentre ne descrive la sensazione. Durante il corso degli anni, ha anche scattato fotografie che mostrano piaghe e chiazze sul suo corpo e che egli ritiene siano causate da qualche tipo di parassita.

"Penso sia caduto dalla pelle del mio viso", sostiene, riferendosi ad un minuscolo filamento che Bert suppone venga rilasciato dal parassita. "Credo sia come una piccolissima tarma che lascia una traccia dopo il suo passaggio. E’ come se trasportasse con sé una rete intricata fatta di un singolo filamento".



Mc Daniel è solo uno fra le migliaia di persone colpite dal morbo e che si augurano che l'indagine del C.D.C. risolva il mistero del Morgellons. Comunque, i risultati dello studio non sono stati ancora rilasciati, come attesta una e-mail inviata automaticamente dal C.D.C. a coloro i quali chiedono informazioni. Come la maggior parte dei pazienti affetti dal Morgellons, Mc Daniel ha consultato molti medici, ma senza alcuna utilità. "Quasi tutti hanno dichiarato la stessa cosa: che si tratta di una mia fissazione", riferisce il paziente. Così l'ingegnere petrolifero, che lavora a Mineral Wells (Texas), alla ricerca disperata di qualcosa che potesse alleviare il problema ha creato egli stesso un trattamento, impiegandoci un anno e spendendo migliaia di dollari.

La ricerca di McDaniel ha portato ad impiegare sempre lo zolfo come ingrediente principale e Jim Dews, il farmacologo che infine ha creato il gel, ne ha capito subito il motivo.“E’ logico – afferma Dews - in quanto i composti dello zolfo vengono usati da centinaia di anni per salvaguardare le condizioni della pelle”. McDaniel usa il gel, chiamato “MorGone”, ogni giorno. Il Morgone ed altre cure simili si possono trovare con facili ricerche su Internet e sono considerati rimedi omeopatici. Il gel non è stato approvato dalla F.D.A. Mc Daniel, però, assicura: “Il gel mi aiuta a superare la giornata senza che questi parassiti mi creino malesseri”. Data l’assenza di cure, Mc Daniel afferma di voler condividere il suo prodotto con altri pazienti colpiti dal Morgellons senza profitto di alcun genere, aiutando coloro i quali stanno soffrendo e che, come lui, non vengono creduti.


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martedì 27 aprile 2010

Morgellons: la verità rivelata (articolo di Dean Terry)

Pubblichiamo un dettagliato studio di Dean Terry, cittadino statunitense affetto da Morgellons, le cui conclusioni sono suffragate peraltro dalle ricerche eseguite, agli inizi del 2008, dai genetisti Dottor Mae-Wan Ho e Professor Joe Cummins.

Sulla base di diversi elementi oggettivi, si può ipotizzare uno stretto collegamento tra l'agrobacterium, [a soil bacterium extensively manipulated and used in making G.M. crops], una particolare specie di acaro, frutto di manipolazione genetica, in grado di sopravvivere senza ossigeno sino a cinque settimane ed alcuni funghi presenti nell'acqua e nell'aria, diffusi per mezzo delle chemtrails.

Dean Terry, pur menzionando le infami operazioni di aerosol clandestine nei cieli del mondo, non cita le nanostrutture, capaci di replicare D.N.A. ed R.N.A., disperse con le chemtrails.

E' una tessera fondamentale per comprendere il meccanismo micidiale che è alla base della sintomatologia del morbo di Morgellons.

Diversi scienziati come il Dottor Michael Castle, la dotttoressa Hildegarde Staninger, il dottor Karjo, il dottor Randy Wymore, evidenziano la presenza di nanotecnologie di tipo sconosciuto direttamente correlabili alle attività di aerosol. Il punto cruciale consiste nel fatto che le nanostrutture che fuoriescono dalle piaghe dei malati di Morgellons, una volta che vengono a contatto con un agente esterno (ambientale), sono in grado di replicarne il codice genetico, attraverso meccanismi per ora non perfettamente compresi e, da quel momento, si diffondono in maniera esponenziale, attaccando l'organismo ospite, che può essere un essere umano oppure un animale domestico.

Dalle recenti verifiche che abbiamo potuto svolgere grazie ad informazioni che riceviamo direttamente da pazienti italiani di Morgellons, abbiamo avuto la conferma statistica che il morbo di Morgellons si conclama solitamente in seguito alla puntura di una pulce o di una zecca.

Pare corrano dunque dei rischi, in particolar modo, quelle persone che posseggono animali domestici o che vengono a contatto con animali randagi o da allevamento.

Inoltre è ormai accertato che il morbo di Morgellons è trasmissibile da animale a uomo, da uomo a uomo ed anche in seguito a contaminazione ambientale o di acqua considerata potabile. Devono dunque essere prudenti le persone che, per motivi familiari o di lavoro frequentano luoghi contaminati o individui affetti dalla grave patologia.

Bisogna osservare inoltre che la diminuzione di luce solare, causata dalle perenni coperture artificiali (l'irraggiamento solare è calato, in questi ultimi anni, di circa il 20%), favorisce la proliferazione di funghi, batteri ed acari.

L'agrobacterium presente nei cereali geneticamente modificati della diabolica Monsanto è quindi da considerarsi una concausa o semplicemente uno dei possibili "attivatori" delle nanostrutture già presenti, come dimostrato da Clifford Carnicom, nell'organismo umano (intestino e reni principalmente) e che sono ormai da ritenersi la principale minaccia per la salute del genere umano del XXI secolo.

Morgellons: la verità rivelata
di Dean Terry

Molti medici considerano il Morgellons una truffa o la conseguenza dell’ipocondria, ma le evidenze indicano che questa patologia misteriosa è reale e collegata agli alimenti geneticamente modificati.

a) La mia ricerca ha dimostrato che uno degli imputati del Morgellons è un antiparassitario della Monsanto Corporation Roundup che ha determinato la proliferazione di funghi nei nostri campi coltivati, diffusi attraverso le scie chimiche sulle piantagioni di cotone, nei campi di cereali ed anche nel cibo. Le spore di questi funghi sono diffuse nel suolo e nell’aria, nell’umidità e nell’acqua. Le tubature delle cisterne, le cisterne d’acqua, i tubi nelle case contaminati, veicolano questi funghi. Questo fungo, geneticamente modificato attraverso batteri, sta causando malattie tra migliaia di persone in Florida, Texas, California e molti altri stati. Un modo per eliminare il fungo negli ambienti domestici è sottoporre gli oggetti contaminati a bassissime temperature (ghiaccio secco). Negli ultimi cinque anni, le compagnie assicurative non offrono più polizze per i danni causati da muffe e da funghi. Nel portale di seguito indicato si trovano informazioni sull’antiparassitario creato dalla Monsanto:

http://www.ipsnews.net/interna.asp?idnews=19754



b) La mia ricerca dimostra pure che le spore dei funghi penetrano nell’organismo quando si respira, si mangia e si beve. Le spore si accumulano specialmente nello stomaco, sotto la pelle e nel derma. Questo fungo, proprio come i batteri all’interno dell’organismo, come il borrelia borgdorgferi, provenienti dall’acqua contaminata e dall’aria, stimolano ferormoni nell’organismo che attraggono un acaro non ancora identificato (potrebbe essere l’acaro della scabbia o del collembolo) la cui funzione è quella di decomporre i batteri morti ed i materiali organici. Come si può notare, il Morgellons è un insieme di problemi e si sta diffondendo rapidamente tra la popolazione. Noi dobbiamo ritenere la Monsanto responsabile di quest’incubo che ha creato.

c) La mia indagine dimostra che la cura potrebbe essere già disponibile, ma che non è stata divulgata per evitare di coinvolgere la Monsanto in questioni legali e per non causare panico tra la popolazione. La Monsanto finanzia le campagne elettorali di molti politici tra i quali molti sono stati corrotti ed il loro silenzio è stato comprato affinché tacciano su questa minaccia per la salute.

d) Ho cercato delle statistiche sul sito sotto indicato ed ho letto interamente i resoconti sull’acqua contaminata dai batteri ed ho constatato che l’ambiente è inquinato attraverso aerosol biologici facenti capo alla Monsanto. Vedi http://www.morgellons.org/

e) Credo che il microscopico acaro che potrebbe essere quello della collembola, ma non l’ho ancora identificato in organismi in decomposizione, sia attratto dai ferormoni dell’antiparassitario della Monsanto e dei batteri (specialmente il borrelia borgdorgferi è stato trovato nei malati definiti di Lyme). L’antiparassitario è stato trovato nelle cisterne d’acqua, nel suolo e in strutture aeroportuali.

f) Nel sito sotto indicato si trova uno studio dell’M.P.A. che collega l’acaro della collembola al Morgellons

http://www.headlice.org/lindane/new/2005/drhouse.htm

Comunque, grazie alla ricerca che ho condotto, si possono fornire dei consigli su come decontaminare gli ambienti:

1) sostituire i vecchi scaldabagno
2) installare sistemi a raggi ultravioletti che uccidono i funghi ed i batteri
3) sostituire le vecchie grondaie arrugginite dove proliferano i funghi, le muffe e le alghe
4) decontaminare l’abitazione ed il prato per eliminare i parassiti ed eseguire trattamenti contro gli acari.

Come paziente di morbo di Morgellons, credo che sia una patologia molto grave che prima debilita le persone, per poi ucciderle. E’ tempo di scelte responsabili. Le compagnie assicurative e la Monsanto devono pagare e non possono esimersi dal riconoscere la loro responsabilità.


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martedì 6 aprile 2010

Morgellons: una nuova malattia o un'arma del terrore creata dall'uomo? (articolo di Tim Swartz)

L'articolo di Tim Swartz, di cui abbiamo tradotto la terza parte, sembra suffragare le ipotesi ventilate tempo fa, circa la natura tecnologica del morbo di Morgellons, forse un micidiale strumento per trasformare, a poco a poco, le persone in esseri cibernetici, come paventato anche da Bojs.


Morgellons e nanomacchine

Esistono dati convincenti i quali indicano che il Morgellons è associato alla tecnologia, specialmente alle nanomacchine sotto forma di nanostrutture. La National science foundation (N.S.F.) definisce nanofibre delle strutture che hanno almeno le dimensioni di 100 nanometri o meno. I campioni di fibre, estratti dai pazienti di Morgellons, se esposti a calore, non bruciano, se non ad una temperatura di 1.700 gradi Fahreneit. Osservate al microscopio elettronico, le fibre non appaiono organiche: non hanno cellule eucariotiche né membrana cellulare. Dal momento che il Morgellons non è un parassita, esso è una macchina. In marzo ed aprile,
Jeff Rense ha pubblicato e diffuso alcune valide ricerche basate su analisi scientifiche di tipo spettroscopico. Le ricerche sono state condotte sotto l'egida della tossicologa, Dottoressa Hildegarde Staninger dell'Integrative Health International di Lakewood, California.

I primi risultati sono stati inquietanti. Il Morgellons sembra essere l'invasione del tessuto umano per opera di una nanotecnologia finalizzata alla comunicazione sotto forma di nanotubi, nanocavi, nanostrumenti in grado di assemblarsi da soli e di replicarsi e dotati di sensori.

Altre configurazioni associate al Morgellons veicolano frammenti geneticamente modificati di D.N.A. e di R.N.A. Le nanomacchine del Morgellons proliferano in ambiente alcalino ed usano l'energia bioelettrica dell'organismo ed altri fonti non identificate per alimentarsi. Esiste anche l'evidenza che certe nanomacchine contengono al loro interno delle batterie. Le nanomacchine del Morgellons sono costruite per ricevere specifiche microonde, segnali E.M.F., E.L.F. ed onde radio.

A questo punto ci si chiede che cosa stia accadendo. Sappiamo che il Morgellons è contenuto nei liquidi organici, negli orifizi e nei follicoli e sappiamo che penetra normalmente in tutto l'organismo.

Se queste conclusioni sono corrette ed il Morgellons è una nanotecnologia capace di prendere il sopravvento sull'organismo, resta la domanda se tale morbo sia il risultato di un incidente o se sia stata diffusa deliberatamente per infettare le persone nell'ambito di scopi non noti.

E' come se il Morgellons fosse un processo per ricostruire gli uomini, generando una specie differente: una creatura cibernetica, sia uomo sia macchina. Poiché le nanomacchine ricevono segnali, si può arguire che ciascuna persona-sistema sarebbe in grado di comunicare con gli altri pazienti, trasformandola in un componente di un’enorme intelligenza artificiale.

Stiamo affrontando un'invasione, il tentativo di un gruppo clandestino o del governo di ottenere il controllo definitivo dell'umanità. Se consideriamo l'attuale situazione del pianeta, non è irragionevole pensare che qualcuno potrebbe aver deciso di creare qualcosa del genere ai danni di una popolazione inconsapevole. Talora piccole cose possono causare giganteschi problemi. Dobbiamo osservare con maggiore acume, oltre la malattia stessa, se vogliamo trovare delle risposte soddisfacenti.

Traduzione di Zret




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mercoledì 31 marzo 2010

Prima diagnosi ufficiale di Morgellons in Italia

Pubblichiamo il referto di uno specialista dermatologo, direttore di dermatologia clinica in un'importante struttura romana che, dopo aver a lungo seguito una paziente, le ha diagnosticato il Morgellons. In primo luogo ringraziamo la persona che, consapevole di come sia importante l'informazione nell'ambito di questa malattia ufficialmente non ancora rriconosciuta come tale nel nostro paese, ha deciso di inviarci copia del referto. Tale importante referto dimostra non solo la reale esistenza della grave patologia, negata, lo ricordiamo, dal C.I.C.A.P. e dai suoi seguaci, ma anche la presenza accertata di casi in Italia oltre che la conoscenza di tale inquietante realtà per opera della classe medica in Italia. Bisogna chiedersi per quale motivo chi sa non parla.

Ricordiamo poi che è fondamentale coinvolgere la classe medica in un'opera di ricerca sul Morgellons, la patologia causata dai polimeri contenuti nelle scie chimiche, come acclarato da insigni medici statunitensi. E' urgente, infatti, individuare delle possibili terapie per lenire le sofferenze causate da una malattia tanto invalidante. Certo, i soliti cialtroni continueranno ad affermare che il Morgellons è un'invenzione di visionari. Siamo curiosi di vedere fino a quando potranno scrivere e ripetere le loro idiozie.

In ottemperanza alle norme sulla protezione dei dati personali, omettiamo nomi e cognomi.

Di seguito la trascrizione del referto medico:

"Si certifica che la paziente è affetta da dermatite papulopruriginosa caratterizzata da aspetti teromorfici.
Sulla base dei dati clinici e degli accertamenti eseguiti in vitro ed ex vivo (villocapilloscopia) è ipotizzabile una sindrome di Morgellons
".

Articolo correlato: Intervista ad una paziente italiana affetta da Morgellons





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