domenica 24 gennaio 2016

Il Morgellons: le caratteristiche fondamentali delle nanostrutture

Pubblichiamo un breve ma efficace articolo sul Morgellons, la patologia legata alle operazioni chimico-biologiche in atmosfera. La ricerca verte in particolare sulle proprietà tecnologiche delle nanostrutture che sono all’origine della terribile patologia cui è dedicato un ampio excursus nel libro "Scie chimiche: la guerra segreta". E’ dimostrato che il magnetismo negativo può invertire la polarizzazione dei componenti elettronici e danneggiare la nanotecnologia, di cui il Morgellons è una manifestazione. Il Morgellons è diffuso assieme a diversi tipi di virus, funghi e batteri. I filamenti che fuoriescono dalle ferite dei malati sono una combinazione di materiali inorganici ed organici, geneticamente modificati, atti a creare una forma di vita artificiale. Le fibre includono cristalli piezoelettrici, virus, funghi ed insetti geneticamente modificati. Le nanostrutture del Morgellons si attivano tramite la fotoionizzazione (luce del sole) e le onde radio. Esse usano la tecnologia Tesla per estrarre energia dall’ambiente, in questo caso l’organismo umano. Si crea così un’antenna all'interno dell’organismo che è molto sensibile a quasi tutte le frequenze radio. Le nanostrutture hanno la capacità di inviare e ricevere segnali, creando un circuito biotecnologico. Le loro dimensioni possono consentire la comunicazione con ripetitori nella gamma dei megahertz. Essendo le nanostrutture microscopiche, possono funzionare con tensioni molto piccole, di milionesimi di volts. Sono inoltre parzialmente magnetiche. Sono sintonizzate sulla frequenza di 50-60 Hz, la tensione adoperata negli impianti elettrici di ogni abitazione negli Stati Uniti ed in Europa! Le strutture sono anche debolmente radioattive, poiché sprigionano raggi gamma. Esse sono in grado di autoalimentarsi e di immagazzinare l'energia in batterie superminiaturizzate (nell'acqua potabile si rintraccia il litio, n.d.r.). […] Fondamentalmente le nanostrutture del Morgellons sfruttano l'energia elettromagnetica intorno a noi per sostentarsi e per svilupparsi. Qualsiasi forte impulso magnetico può sovraccaricare il circuito microscopico, facendolo esplodere. Fonte: morgellonscure

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domenica 22 marzo 2015

Imminente l'uscita del libro "Scie chimiche: la guerra segreta"

Sarà disponibile a partire da maggio 2015 il volume “Scie chimiche: la guerra segreta”, i cui autori sono Rosario ed Antonio Marcianò. Il saggio è stato concepito come l'ampliamento dell'omonimo documentario di cui mantiene l'impianto: vi trovano così adeguato spazio gli argomenti che nella precedente produzione o erano stati esposti per sommi capi o talora trascurati per evidenti ragioni di durata. Si traccia in questo modo un quadro esauriente che travalica i confini della geoingegneria clandestina intesa come insieme di attività di intervento sui fenomeni atmosferici, per esplorare altri àmbiti non meno rilevanti, come lo snaturamento della biosfera, il controllo delle nazioni, i nessi con le politiche gestite da apparati sovranazionali etc. Cogliamo l'occasione per ringraziare l'editore ed i suoi collaboratori che hanno creduto, sin dal principio, nel progetto nonché tutti i lettori, i cui contributi, segnalazioni, spunti hanno permesso di scrivere un'opera che è veramente agganciata ad esigenze divulgative scevre da ogni condizionamento. Di seguito la presentazione della quarta di copertina. "Con taglio oggettivo e per mezzo di una corposa documentazione, dopo aver inquadrato il problema, il libro si sofferma sulle varie sfaccettature della questione: - il controllo del tempo e del clima - le connessioni con le strategie militari e gli interessi economici - le conseguenze sull’ambiente e sulla salute - il ruolo della disinformazione e della propaganda È stato privilegiato un approccio scientifico, ma questo non esclude una precisa volontà di denuncia accanto ad uno sprone nei confronti dei lettori a prendere coscienza del fenomeno. Il testo si basa su ricerche pluridecennali sul tema che hanno condotto a conclusioni ormai inconfutabili. L’osservazione e l’esperienza, come da metodo consolidato, hanno completato il mosaico". "Scie chimiche: la guerra segreta" sarà disponibile entro maggio 2015 e può essere già prenotato su Macrolibrarsi.it da questo link.

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giovedì 28 giugno 2012

Scie chimiche e modificazioni genetiche

In articoli come “Mutanti”, “La questione silicio”, “Scie chimiche e homo novus”, “Morgellons: singolari correlazioni”, avevamo già affrontato il tema dell’ibridazione genetica che risulta essere uno degli obiettivi precipui delle operazioni chimico-biologiche. Pubblichiamo ora una ricerca molto avanzata, tratta dal libro “Uomini o dei?”, in cui è indagato tale inquietante risvolto. Lo studio, le cui conclusioni, a nostro parere, sono plausibili, è la riprova che le ipotesi formulate tempo fa trovano delle precise corrispondenze, dei significativi riscontri, purché si intenda investigare senza pregiudizi. Ringraziamo l'amico TheAntitanker per la preziosa segnalazione.

Da qualche decennio è in atto un’operazione d'irrorazione tramite aerei privi di insegne (ma anche per mezzo di velivoli non identificabili come aerei) e sorvolanti zone al di fuori d’ogni rotta, di ampie porzioni di cielo, tramite una sostanza biancastra che a prima vista è confondibile coi gas di scarico. Tale scia (persistente o meno, n.d.r.) si espande e riempie nel giro di qualche ora vaste porzioni di cielo. Talvolta i velivoli agiscono in gruppo, disegnando varie forme geometriche (anche circolari) e spesso griglie. Le autorità bollano tutto come fantasie, mentre alcuni studiosi indipendenti, analizzando la composizione chimica di tali scie, hanno rinvenuto elementi più o meno tossici all’inalazione come alluminio, bario e silicio.

Scopi dell’irrorazione sembrano essere aumentare la conducibilità e, contemporaneamente, ridurre l'umidità atmosferica per facilitare le trasmissioni militari, influire negativamente sul metabolismo umano per portare utili alle multinazionali farmaceutiche e tentare di controllare il clima.

Il motivo principale, però, sarebbe ibridare l’uomo. Il silicio sarà trattato più avanti, mentre i motivi per cui sono impiegati il bario e l’alluminio sono chiariti di seguito. Il bario è un metallo molle di colore bianco argento che non si trova mai puro in natura a causa della sua forte reattività con l'ossigeno dell’aria e con l'acqua. All'aria rapidamente si ossida trovandosi comunemente sotto forma di ossido di Bario (BaO).

Si definisce idratazione l'interazione fra l'acqua ed una sostanza disciolta in essa, per cui si può disciogliere Ba in atmosfera (dove si trova l’acqua sotto forma di vapore acqueo), idratando quindi Ba e ottenendo idrossido di bario Ba(OH)2. La formula della reazione è Ba+2(H2O) -> Ba(OH)2+H2. L’idrossido di bario è esattamente il composto riscontrato nelle scie chimiche.

Le formule degli idrossidi sono sempre caratterizzate dalla presenza di uno o più raggruppamenti OH (gruppo ossidrile), che presenta una valenza pari a 1. La formula di un idrossido è sempre costituita da un solo atomo di metallo (in questo caso Ba) seguito da tanti raggruppamenti OH quant'è la valenza del metallo (che è 2), per cui l’idrossido di Bario Ba(OH)2 ha valenza -2, tendendo quindi a legarsi a 2 atomi di H per originare 2 molecole d’acqua, il che lo rende una base molto forte. A temperatura ambiente si presenta come una massa cristallina bianca semitranslucida inodora, molto caustica e tossica.

La foto seguente evidenzia un effetto d’iridescenza dato dal Ba(OH)2.

Dato che è una delle basi più forti, l’idrossido di bario può essere usato in una idrolisi alcalina (o basica che dir si voglia). I perossidi sono composti chimici contenenti il gruppo caratteristico formato da due atomi di ossigeno uniti da un legame covalente semplice (legame O-O). Essi contengono un atomo di ossigeno in più rispetto agli ossidi corrispondenti: infatti il legame covalente tra i due ossigeni crea una sorta di competizione tra le nuvole elettroniche dei due ossigeni, portante il loro numero di ossidazione da -2 (numero di ossidazione dell'ossigeno nella quasi totalità dei suoi composti) a -1. Il più comune di essi è il perossido di Idrogeno, meglio noto come "acqua ossigenata", di formula H2O2, della quale è ben nota l'aggressività in quanto potente disinfettante per uso esterno pur in concentrazione bassa. Il perossido (o biossido) di Bario ha formula BaO2.

L'alluminio puro in polvere è facilmente infiammabile all'aria e molto reattivo in acqua, con produzione di Idrogeno. Esso entra nel metabolismo cerebrale provocando l’Alzheimer e demenza precoce.

Nelle scie chimiche riscontriamo prevalentemente idrossido di bario, alluminio, composti organici e silicio, che svolgerebbero le operazioni di modifica dell’R.N.A. con creazione di un aggancio esterno e di modifica del D.N.A. con innesto di silicio.

Analizzando la parte dell’agroglifo di Chilbolton che riguarda un presunto D.N.A. anomalo, si nota il filamento a sinistra che presenta 6 coppie per giro, diversamente da un filamento standard che ne presenta 10. La rappresentazione spaziale di tale filamento si giustifica, se esso è polimerizzato in 2’5' diversamente dal normale 3’5’. Il D.N.A. non può esistere in tale forma perché il suo zucchero (deossiribosio) manca dell’O in posizione 2’ necessario per procedere all’idrolisi alcalina e quindi per ottenere il legame 2’5’. Il filamento è quindi un R.N.A. alternativo al 3’5’, che chiamerò RNA 2’5’.

Talune ricerche pubblicate mostrano che un RNA2’5’ formerà una doppia spirale, ma tende a rimanere a filamento singolo. Altre ricerche investigano l’uso di RNA2’5’ come agente antivirale. Ricordo che gli esperimenti sull’origine della vita condotti da Leslie Orgel negli anni ‘80 del XX secolo indicarono che l’R.N.A. polimerizza sovente in due forme differenti, vale a dire 2’5’ e 3’5’, e non esistono certezze sul motivo per cui la forma 3’5’ sembra prevalere.

Il RNA2’5' potrebbe rappresentare un’alternativa all’RNA3’5’ o al D.N.A. esistente sulla Terra. Gli acidi nucleici 2’5’ sono menzionati raramente nella letteratura e da nessuna parte è riportato che formano una spirale a filamento singolo con 6 basi per giro.

La logica alla base dell’intervento genetico è quella di fornire un aggancio esterno alla genetica, per cui occorre un R.N.A., perché esso può polimerizzare sia in forma 2’5’ che 3’5’ e quindi è in grado di fornire un’entrata/uscita. Il suo zucchero (il ribosio) ha cioè due mani disponibili in corrispondenza del carbonio in posizione 2’ e 3’, diversamente dal D.N.A. che dispone del solo carbonio in 3’. Nell’ R.N.A. il carbonio in 3’ è quello esterno alla struttura e per questo candidato a fungere da link, mentre il carbonio in 2’ garantirà la struttura del filamento. Occorre quindi idrolizzare alcalinamente l’R.N.A., mentre il D.N.A. può mantenersi, originando così una struttura ibrida formata da un filamento di D.N.A. normale e uno di R.N.A. modificato, che è quanto si riscontra nell’agroglifo di Chilbolton.

L’idrossido di Bario BA(OH)2 opera l'idrolisi alcalina della catena R.N.A. ottenendo appunto un R.N.A. 2'5', dopodiché rimane il bario in forma pura non assimilabile dall'organismo che viene espulso.

L'alluminio reagisce con l'acqua della reazione idrolitica, fornendo Idrogeno che si combina col gruppo OH in posizione 3' lasciando scoperto il C in 3’.

Ora al C3' un enzima apposito (il materiale genetico rinvenuto nelle scie chimiche) fissa il silicio in un legame SiC al carburo di silicio o carborundum ed un ulteriore idrogeno completa la valenza del silicio, rendendolo stabile.

Il risultato è C3'-Si-H.

In pratica il C2' serve alla polimerizzazione, mentre il C3' serve ad un eventuale collegamento esterno in tre modalità differenti:

1) si può adescare H, avendo a disposizione Si con 3 legami;
2) si può usare Si così com'è, in quanto ha valenza 4 (in figura sono evidenziate le possibili ulteriori valenze);
3) si può attuare una vulcanizzazione perossidica a temperatura ambiente (quella del corpo umano!), dove l’alluminio svolge la funzione di catalizzatore metallico come sostituto di stagno o platino, tra il SiH dell’R.N.A. ed un polimero siliconico.

Probabilmente si possono usare più modalità contemporaneamente per collegare una strumentazione esterna (nanorobot, computers, interfacce), trasmettere/ricevere tramite il silicio (onde radio, localizzazione satellitare), caricare informazione genetica con un viron (per modificare il D.N.A. normale oppure intervenire geneticamente in qualsivoglia maniera, come prospettato nel nanocomputer molecolare di Shapiro dove si può associare informazione genetica all’R.N.A.).

È’ da tener presente che già un R.N.A. generico, per sua natura instabile a causa del doppio ossidrile in C2’ e in C3’, può funzionare bene, quando esegue gli ordini del D.N.A. senza variazioni; interpretare gli ordini del D.N.A. in maniera errata (cioè incontrollata); causare la rottura della catena stessa dell’R.N.A. e quindi autodistruggersi, aprendosi nei suoi filamenti. Se ne deduce la possibilità d’uso come arma biologica già in forma non modificata e l’intervento esposto rende bene l’idea del possibile uso da parte di un’élite scientifico-militare.

L'argomento non è stato trattato, ma anche i cibi O.G.M. potrebbero giocare un ruolo non secondario nel programmare il D.N.A. con istruzioni note solo agli artefici.

Per quanto riguarda il D.N.A., l’idrossido di bario BA(OH)2 denatura il D.N.A. (cioè separa i due filamenti) e depolimerizza la singola catena (cioè la interrompe), idrolizzando (cioè acquisendo atomi di H che si combinano con la sua doppia valenza OH, generando acqua). A seguito della denaturazione (la separazione dei filamenti), uno dei filamenti può accoppiarsi con l’R.N.A. modificato.

L’azione dell’idrossido può essere fatale per il D.N.A. e questo sembra non auspicabile per i manipolatori, ma comunque si gioca coi grandi numeri e l’importante è che si abbia un qualche risultato. Tutto questo non è compiuto in laboratorio con campioni certi, dosaggi certi e controllando minuziosamente la reazione, ma è eseguito sul campo tramite le scie chimiche dove tanti sono i fattori difficilmente controllabili che intervengono. Pur tuttavia vi sono delle condizioni necessarie da soddisfare.

L’idrossido di bario è un ossidante talmente potente che, a contatto con D.N.A./R.N.A., tende a distruggerli. Porto ad esempio un altro potente ossidante, il perossido d’Idrogeno comunemente chiamato acqua ossigenata. Questa nelle tecniche cosmetiche tricologiche aggredisce la cheratina del capello rendendolo biondo, mentre molto diluito serve come disinfettante.

Così l’idrossido di bario viene grandemente rarefatto quando precipita al suolo a seguito d’irrorazione con le scie chimiche ed il suo effetto è diluito in modo tale che può agire sull’R.N.A. e magari risparmiare il D.N.A., oppure distruggere malauguratamente il D.N.A., senza provocare la morte istantanea dell’organismo. Il suo è cioè un effetto incisivo ma blando quanto basta.

Il problema maggiore si pone nei riguardi dell’alluminio perché esso, diversamente dal bario, si accumula nell’organismo e lo sottolinea il verificarsi di sindromi ad esso collegate.

Non tutti gli acidi nucleici subiscono l'inserzione di silicio, inserzione che forse non è necessaria o auspicabile; questo viene eseguito convenientemente dall'enzima.

Ipoteticamente la struttura in esame D.N.A./R.N.A. 2’5-Si si riprodurrebbe attraverso una fase di duplicazione nella quale i due filamenti si dividono. Il filamento D.N.A. in un processo di trascrizione crea un filamento R.N.A. uguale a sé stesso, cioè un R.N.A. normale che può essere successivamente manipolato. Il filamento RNA2’5’-Si, secondo un processo di trascrizione inversa, si accoppia con un filamento D.N.A., fornendogli la propria informazione, contrariamente a quanto succede nella trascrizione dove è il D.N.A. a fornire l’informazione per la creazione di un nuovo filamento.

Il risultato è di nuovo la struttura DNA/RNA2’5’-Si.

Una conseguenza di tutto questo potrebbe essere la sindrome di Morgellons (più diffusa in quei paesi, come gli Stati Uniti d’America, in cui il consumo di cibi transgenici è maggiore, n.d.r.).


Studio tratto dal libro: Uomini o dei?

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giovedì 24 maggio 2012

Il Morgellons: una nanotecnopatologia

Da quando la biologa Mary Leitao diagnosticò una malattia poi denominata impropriamente Morgellons, pazienti e scienziati si sono interrogati su questa atroce affezione. Vero è che, all’inizio, parve una patologia enigmatica ed è vero che, ancor oggi, il C.D.C. di Atlanta brancola (o meglio... finge) di brancolare nel buio, ma la complessa sintomatologia del Morgellons si spiega distinguendo tra l’eziologia ed una serie di fattori predisponenti e reazioni dell’organismo. Così ha ragione la Dottoressa Hildegarde Staninger che individua ipso facto la causa del morbo nelle fibre e nelle nanostrutture disperse con scellerate operazioni di bio-geoingegneria alias scie chimiche. La presenza di ife fungine, di parassiti e di batteri, ma anche di costituenti sintetici, reperiti nei pazienti, si comprende ricordando che le fibre che fuoriescono dalle lesioni e dai follicoli dei malati, sono il risultato di un cross over organico-inorganico, come dimostrato da Carolyn Williams Palit. Si ottiene in questo modo la quadratura del cerchio, concludendo che il Morgellons, malattia tipica dei tempi di ferro in cui viviamo, è una nanotecnopatologia. Per comprenderne l’origine, sarà necessario guardare il cielo. Di seguito un’ottima summa sul Morgellons, dovuta al biologo Samuele Venturini. Un sentito ringraziamento all’amico G. per la segnalazione.

Ultimamente sia in televisione sia soprattutto in Internet si è sentito molto parlare del “Morbo di Morgellons”. Ma di che cosa si tratta? Perché così tanta confusione regna attorno a questo argomento? Con il seguente articolo intendo quindi esporre una panoramica, seppure generica, dedicata a tale fenomeno.

La storia

Il termine “Morgellons” compare per la prima volta intorno all’anno 1600 in un testo medico e in tale circostanza indicava un’anomala crescita di peli o capelli sulla parte dorsale del corpo [1]. Occorre attendere l’anno 2002 per la ricomparsa di questa patologia o quanto meno del suo nome. Circa nove anni fa una biologa – Mary Leitao – notò che sua figlia presentava strani sintomi, assimilabili proprio alla descrizione fatta da Browne nel testo medico del XVII sec. e decise di denominare allo stesso modo questa malattia.

Non reperendo informazioni riguardanti questa patologia e trovando solo pochissimi medici in grado di ascoltarla o quanto meno di indagare tale fenomeno, decise insieme con alcuni di loro di diagnosticare una nuova patologia: il morbo di Morgellons appunto. Questi medici inoltre aderirono alla Morgellons Research Fonudation (MRF) [2] al fine di studiare i molti casi di "parassitosi" irrisolti, frettolosamente liquidati dalla medicina convenzionale come "malattie psichiatriche". Attualmente, secondo la MRF, il numero di famiglie che hanno almeno una persona affetta da tale patologia è pari a 15.623.

I sintomi

Diversi sono i sintomi con cui si manifesta il Morgellons e forse è anche per questo motivo che la medicina ufficiale non è stata ancora in grado di classificare meglio tale patologia. Tra le sue caratteristiche quindi si possono annoverare le seguenti: punture, sensazione che qualcosa cammini sotto la pelle, lesioni cutanee, fibre o filamenti che emergono dalla pelle, dolori muscolari, affaticamento, diminuzione della memoria, disfunzioni della capacità cognitiva, disturbi dell’umore. Sebbene anche il C.D.C. (Center for Disease Control and Prevention) stia indagando tale malattia, a tutt’oggi non si conoscono ancora tutti i sintomi e di conseguenza le relative cure. Nel corso del tempo, il Morgellons è stato confuso o associato ad altre malattie le quali presentano sintomi simili come il morbo di Lyme (patologia batterica), le parassitosi deliranti o la sindrome da affaticamento cronico. Nonostante ciò il Morgellons presenta comunque delle differenze che non possono essere trascurate e che lo rendono ancora una malattia non classificabile.

Gli studi dei ricercatori indipendenti

Come abbiamo visto poc’anzi, è ancora difficile delineare in modo chiaro il morbo di Morgellons. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che sono ancora poche le persone e soprattutto le istituzioni che stanno svolgendo una ricerca attiva a tal proposito. Anche la confusione mediatica non aiuta in questa ricerca. Le ricerche condotte da alcuni scienziati e ricercatori indipendenti [3, 4, 5, 6, 7] hanno portato a formulare alcune ipotesi che, a mio parere, vale davvero la pena di analizzare per smentire o confermare le congetture che andremo a citare più avanti.

Il dott. Edward Spencer (neurologo) ha ipotizzato che il Morgellons possa avere origine dallo spargimento di nanopolveri, dette "smart dust" o "M.E.M.S." (Micro Electrical Mechanical Sensors), usate in ambito militare. La dott.ssa Hildegarde Staninger (tossicologa) ha accertato che il Morgellons è collegato alla presenza di fibre di silicone e polietilene all’interno del corpo della persona affetta. Ella ha avanzato anche l’ipotesi secondo cui queste nanofibre hanno un collegamento con le scie chimiche (o chemtrails). Secondo le ricerche della dottoressa Staninger e del dott. Swartz, il Morgellons sembra essere la conseguenza di invasioni dei tessuti umani per opera di nanomacchine, nanofilamenti, nanosensori, dotati della capacità di autoassemblarsi e di replicarsi. I campioni di fibre e filamenti estratti dai pazienti affetti dal morbo di Morgellons bruciano ad una temperatura non al di sotto dei 760°C circa e, se osservate al microscopio, tali fibre non presentano strutture paragonabili ad organismi procarioti od eucarioti e pertanto possono essere considerate alla stregua di macchine. Sempre dagli studi compiuti su campioni biologici di pazienti, si sono osservate fibre di colore bianco, rosso, nero e blu che fuoriuscivano direttamente dalla pelle dei malati di questo morbo. Ulteriori analisi eseguite su questi filamenti hanno fatto propendere per un’origine artificiale degli stessi. Una delle spiegazioni della manifestazione del Morgellons potrebbe ricercarsi quindi in un meccanismo di rigetto dell’organismo verso questi invasori esterni.

Tra i vari componenti dei nanofilamenti rinvenuti dalle analisi sono stati trovati poliestere, composti organici, polietilene, silicio. E’ stato notato anche un comportamento elettrostatico manifestato proprio da queste fibre. Diversi ricercatori inoltre hanno osservato come i filamenti del morbo di Morgellons siano comparabili con i filamenti bianchi che vengono sparsi in atmosfera durante il passaggio degli aerei impegnati nelle operazioni di bio-geoingegneria (scie chimiche). Recentemente, a causa proprio di questa patologia, in Germania una donna di 55 anni si è tolta la vita, perché non riusciva più a convivere con il morbo di Morgellons: con il suo gesto ha voluto attirare l’attenzione sulla sua malattia che le faceva crescere fibre sottopelle.

La letteratura scientifica

Abbiamo visto in maniera molto generica, ma ricca di spunti per approfondimenti futuri, alcune delle caratteristiche del Morgellons. Abbiamo visto anche ricercatori indipendenti che svolgono studi su questa patologia. Sappiamo anche che il C.D.C. sta raccogliendo dati e vuole indagare anch'esso su questa – a tutt’oggi – misteriosa patologia. Ma che cosa dice la letteratura scientifica a tal proposito? Esistono articoli specifici che trattano questo argomento? Se fosse una malattia inventata, allora nessun medico, nessuna istituzione e nessuna rivista scientifica dovrebbe parlare di questo tema e sarebbe già stato smentito in maniera efficace. Ma così non è stato e, anzi, esistono documenti scientifici che confermano e riconoscono il morbo di Morgellons come una patologia. Non solo, ci sono state anche diagnosi di medici e dermatologi (qualcuno anche in Italia) che si riferivano proprio al Morgellons. A titolo esemplificativo, uno specialista in dermatologia, dopo aver visitato una paziente con sintomi caratteristici, scrisse nel referto "ipotizzabile Sindrome di Morgellons".

Tra i vari studi scientifici se ne possono annoverare alcuni. Nel 2007 sul "New Scientist" compare un articolo dal titolo: “The itch that won’t be scratched”. Qui, un ufficiale dell’esercito britannico racconta al giornalista di aver trovato per anni delle fibre di vario colore e di varia lunghezza che fuoriuscivano da lesioni pruriginose sulla sua pelle. Queste fibre possono essere sottili come una ragnatela, ma forti abbastanza da trainare la pelle quando vengono estratte. Un’altra persona intervistata ed affetta da Morgellons racconta di avere avuto lesioni contenenti fibre nere sugli arti e sul viso, con sensazioni di punture e di qualcosa che strisciasse sotto pelle. “E’ come se qualcosa ti stesse mordendo dappertutto”, racconta una donna del Maryland. Queste descrizioni fanno sospettare che qualche parassita possa essere coinvolto in questa patologia, ma i trattamenti antiparassitari sia sul corpo sia nell’ambiente domestico non hanno alcun effetto.

Nonostante quindi le varie testimonianze ed evidenze cliniche acquisite, molti medici non riconoscono il Morgellons come una nuova patologia, ma lo classificano come un disturbo psichiatrico, una sorta di parassitosi delirante (DP). Diversi esperti, però, hanno dei dubbi che il Morgellons sia solo una DP.

Un farmacologo dell’Oklahoma State University volle indagare meglio questa patologia e decise di scrivere alla MRF (Morgellons Research Foundation) per reperire qualche campione di fibra da analizzare, dato che sarebbe stato abbastanza semplice verificare la natura di tali filamenti. Il dott. Wymore ricevette pochi giorni dopo alcuni campioni che osservò quindi al microscopio. Egli notò una certa similitudine tra le fibre dei vari pazienti, ma non trovò alcuna corrispondenza con le fibre naturali reperibili nell’ambiente. Una collega pediatra del dott. Wymore analizzò con un dermatoscopio alcuni pazienti e vide chiaramente i filamenti sotto pelle. La caratteristica particolare era che tali fibre si notavano anche sotto la pelle non lesionata. Ciò non compariva assolutamente nei gruppi di controllo e in pazienti con altre patologie dermiche.

Questi medici continuarono ad approfondire tali indagini e riuscirono a portare alla polizia scientifica forense di Tulsa dei campioni di fibre di malati di Morgellons da analizzare. Gli esperti confermarono che le fibre non provenivano da abiti, tappeti, biancheria o lenzuola. Fu eseguita anche un’analisi spettrofotometrica e questi filamenti non trovarono alcuna corrispondenza con 880 composti comunemente impiegati nella produzione di fibre per uso commerciale. I solventi per l’estrazione delle tinture non rilasciarono alcuna colorazione. Infine provarono a sottoporre le fibre ad una gas-cromatografia procedendo con un graduale riscaldamento delle stesse a circa 370°C e registrando i composti vaporizzati. I risultati mostrarono una piccola quantità di biossido di carbonio emesso, tuttavia le fibre rimasero intatte. Qualsiasi materiale organico dovrebbe normalmente vaporizzarsi ed i componenti inorganici ridotti in cenere a seconda del tempo che si impiega a raggiungere la temperatura massima. Ma ciò che è accaduto è stato soltanto un iscurimento delle fibre.

Il direttore dei Clongen Laboratories (un’organizzazione privata di ricerca in Maryland) trattò dei filamenti che gli erano stati inviati da un malato di Morgellons. Usò degli enzimi per estrarre il D.N.A. dalle fibre. Quando lo sequenziò trovò che apparteneva ad un fungo. Il direttore quindi ipotizzò che le ife fungine potessero comporre le fibre del Morgellons. Tuttavia un biochimico della Stony Brook University trovò che all’interno delle lesioni dei malati di Morgellons era contenuto l’Agrobacterium, un genere di batteri che causano tumori nelle piante. Il gruppo di controllo risultò negativo al ceppo in esame. Questo batterio viene impiegato commercialmente nella produzione di piante geneticamente modificate (OGM) e – almeno in condizioni di laboratorio – è in grado di inserire il proprio D.N.A. in cellule umane.

Secondo altri psichiatri e medici, alcuni sintomi psichici delle persone affette da Morgellons potrebbero essere dovuti all’azione che il sistema immunitario, mediante l’uso di citochine, esplica a causa della presenza di un agente patogeno all’interno del corpo. Un’eccessiva produzione di citochine può avere effetti deleteri sul sistema nervoso provocando disturbi mentali.

Solitamente, quando una patologia è sconosciuta, viene considerata come delirante. Recentemente, però, anche il mondo accademico sta consideranto il Morgellons come una seria e reale affezione.

Nel 2006 la dottoressa Leitao del MRF, insieme con altri due medici, pubblicò un articolo sull'"American Journal of Clinical Dermatology" intitolato: “The Mystery of Morgellons Disease – Infection or delusion?”. In questo studio viene spiegato come il Morgellons sia una patologia cutanea misteriosa che fu descritta più di 300 anni fa. La patologia è caratterizzata dall’estrusione di filamenti e fibre dalla pelle in correlazione con altri sintomi sia neuropsichiatrici sia dermatologici. A tale proposito, il Morgellons assomiglia e può essere confuso con la malattia di Lyme dato che la risposta alla terapia antibatterica risulta essere per certi aspetti simile, suggerendo che il morbo di Morgellons possa essere collegato ad un non meglio definito processo infettivo. Ulteriori ricerche cliniche e molecolari sono necessarie per chiarire questo mistero.

Tra gli articoli più recenti, cito quello del 2010, apparso sul giornale Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology dal titolo: “Morgellons disease: analysis of a population with clinically confirmed microscopic subcutaneous fibers of unknown etiology”. L’eziologia del Morgellons è sconosciuta ed i criteri diagnostici devono essere ancora definiti. Lo scopo di questo studio è quello di identificare i sintomi prevalenti nei pazienti con la conclamata presenza di fibre sottocutanee per sviluppare una definizione casistica del Morgellons. Questo ampio studio clinico costituisce la base per una definizione di casistica precisa e clinicamente utile per il morbo di Morgellons.

Anche nel 2011 è stato pubblicato un'altra ricerca su questo morbo sul giornale "Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radiology and Endodontology", inititolato: “An oral ulceration associated with Morgellons disease: a case report”. Questo caso evidenzia un'ulcerazione orale in una giovane donna associata alla malattia di Morgellons, una condizione che non è mai stata precedentemente descritta nella letteratura dentale. Un numero crescente di individui auto-segnala questa condizione ed i fornitori di servizi sanitari e dentali devono ben conoscere questa patologia.

Non esiste ancora una terapia per questa malattia, a volte qualche trattamento antiparassitario sembra portare effetti benefici ma il problema poi tende a persistere. Occorre quindi conoscere meglio questa patologia per studiare una cura dagli effetti duraturi.

Le ipotesi ed i brevetti

Varie sono le ipotesi relative alle cause scatenanti il morbo di Morgellons. Io stesso ho potuto osservare da vicino dei campioni biologici di un paziente affetto da questa patologia e, come altri ricercatori indipendenti, ho notato una disarmante somiglianza con i filamenti polimerici sparsi con le scie chimiche. Esistono quindi due principali filoni di ricerca: quello relativo alle cause naturali (agenti patogeni come batteri o funghi sia conosciuti sia nuovi) e quello relativo alle cause artificiali (inquinamento, nanotecnologia, biotecnologia, armi). In questo ultimo caso vale la pena citare la ricerca di un cittadino statunitense secondo cui il Morgellons sarebbe da imputare all’uso di un antiparassitario della Monsanto, il Roundup. Potrebbe quindi trattarsi di un effetto collaterale dovuto all’impiego di un nuovo tipo di sostanza impiegata in ambito agricolo, mischiando biotecnologie, OGM e nanotecnologie.

Abbiamo accennato anche alla possibilità che il Morgellons sia provocato da nanomacchine, nanofibre, in grado di auto-assemblarsi, auto-replicarsi e capaci di reperire l’energia sufficiente per queste funzioni direttamente dal corpo o dall’ambiente in cui si trovano. Ebbene, tutte queste ipotesi sono plausibili e meritevoli di studio per meglio comprendere l’eziologia del Morgellons.

Forse alla maggior parte delle persone potrebbe risultare difficile prendere atto di quanto sin qui letto, ma nell’era delle nanotecnologie e soprattutto della nanomedicina [8], ciò che un tempo pareva fantascienza ora risulta essere realtà. A tale riguardo, ritengo utile esporre alcuni brevetti, quindi documenti ufficiali. Al lettore poi spetterà unire le varie conoscenze in questa sede trasmesse, al fine di costruirsi una propria idea sull'argomento ed auspicabilmente stimolare la ricerca per chiarire chiarire l'enigma Morgellons.

US6696285: Nanomachine fueled by nucleic acid strand Exchange (ovvero nano macchina alimentata dallo scambio di filamenti di acidi nucleici);
US7531472: Nanofiber and method of manufacturing nanofiber (ovvero nanofibre e metodo per fabbricare nanofibre);
US20030134281: Nanomachine compositions and methods of use (ovvero composizione della nanomacchina e metodi di utilizzo);
US20060051401: Controlled nanofiber seeding (ovvero: semina controllata di nanofibre);
US20070293927: Gene and cell delivery self expanding polymer stents (ovvero consegna genica e cellular mediante polimere che si autoespandono);
US20090075354: Nanofiber structures for supporting biological materials (ovvero strutture di nanofibre per il sostegno di materiale biologico);
US20100090180: Self-replicating materials (ovvero materiali auto-replicanti);
US20100196435: Materials and methods for delivering compositions to selected tissues (ovvero materiali e metodi per la consegna di composti a tessuti selezionati);
US20110172404: Self-assembly of nanoparticles through nucleic acid engineering (ovvero auto-assemblaggio di nanoparticelle attraverso l’ingegneria degli acidi nucleici)
US20110229551: Drug delivery compositions and methods using nanofiber webs (metodi e consegne di composti farmacologici utilizzando tele di nanofibre);
US20110236974: Compositions and methods for making and using laminin nanofibers (ovvero composizioni e metodi per la produzione e l’utilizzo di nanofibre di laminina);
Nei seguenti tre brevetti viene citata espressamente, all’interno degli stessi, la patologia del Morgellons in un contesto di potenziale terapia della stessa:

US20090202442: Enerceutical activation of the alternative cellular energy (ACE) pathway in therapy of diseases (ovvero attivazione enerceutica della via dell’energia cellular alternative nella terapia delle patologie);
US20090081314: Glycemic control, diabetes tratment, and other treatments with acetyl cholinesterase inhibitors (ovvero controllo glicemico, trattamento del diabete e altri trattamenti con gli inibitori della acetil-colinesterasi);
US20090047267: Process for the preparation of a non-corrosive base solution and methods of using same (ovvero processo per la preparazione di una soluzione basica non corrosiva e metodi di utilizzo della stessa).
Considerazioni finali.

Occorrono ancora studi ma quello che è importante è non dare nulla per scontato ed in questo caso, come in altri, è bene utilizzare il famoso “principio di precauzione” che la scienza stessa insegna. E’ bene approfondire le ricerche sul Morgellons in quanto essendo ancora una patologia non del tutto conosciuta risulta potenzialmente pericolosa. Fortunatamente vi sono diversi ricercatori indipendenti e Istituzioni che stanno facendo luce su questo fenomeno dai molteplici aspetti. Siccome è in gioco la vita delle persone è fondamentale non dare nulla per scontato perché la vera scienza mette sempre in dubbio sé stessa alla continua ricerca dedita alla comprensione dei vari fenomeni che si prestano per essere affrontati. La scienza è al servizio dell’uomo e non deve precludersi nessuna ipotesi. La medicina inoltre la si impara dai pazienti, non solo dai libri e nelle Università.

Bilbiografia

[1]http://www.duepassinelmistero.com/Morgellons.htm
[2]http://www.morgellons.org/
[3]http://www.morgellons-research.org/morgellons/
[4]http://morgellons-info.blogspot.com/
[5]http://www.rense.com/general76/morgdef.htm
[6]http://www.rense.com/Datapages/morgdat1.htm
[7]http://www.carnicominstitute.org/articles/bio2011-7.htm
[8]http://www.nanomedjournal.org

Autore: Samuele Venturini

Fonte: Larunabianca.it

lunedì 19 dicembre 2011

Nano chemtrails (articolo di William Thomas)

In un recente articolo il giornalista canadese William Thomas, uno dei primi a denunciare il terribile problema delle scie chimiche, si sofferma sulle "nano chemtrails", ossia i nanosensori dispersi nell’atmosfera ufficialmente per modificare le condizioni meteorologiche e per le previsioni del tempo. I pazzi dell’U.S.A.F. stanno contaminando il pianeta con dispositivi microscopici che si diffondono dappertutto, entrando, come è facile intuire, nella catena alimentare: il lacerante morbo di Morgellons ed altre atroci nanopatologie sono lo spaventoso lascito dei militari per le generazioni presenti e future.

Se non vi hanno soddisfatto le "tradizionali" scie chimiche che piovono su di voi, ora arriva la nuova versione dell’U.S.A.F.: le molecole "intelligenti" decine di migliaia di volte più piccole delle particelle che mandano al pronto soccorso le persone con problemi respiratori, disturbi cardiaci ed al tratto gastrointestinale.

In fase di progettazione sin dal 1995, l'obiettivo dei militari è quello di installare microprocessori che incorporino le funzionalità di potenti computer in particelle “intelligenti" dalle dimensioni di una singola molecola.

Invisibili, se non grazie all'ingrandimento di potenti microscopi, questi processori nanotecnologici sono ora realizzati con oro contenenti un solo atomo. Collegati in rete a terra o in aria, migliaia di sensori saranno collegati in un unico supercomputer non più grande di un granello di sabbia.

Creato dal complesso militare-industriale che fomenta le guerre permanenti, la Raytheon Corporation da tempo accumula profitti con le tecnologie della guerra climatica. La Raytheon è il quarto più grande produttore di armi al mondo ed ha acquisito la E-Systems nel 1995, appena un anno dopo aver incorporato la società A.P.T.I., titolare dei brevetti relativi a H.A.A.R.P. di Bernard Eastlund.

La Raytheon possiede anche la General Dynamics, leader mondiale nella produzione di velivoli militari senza pilota.[1]

Questa società gestisce anche il N.O.A.A., attraverso il suo avanzato sistema di elaborazione delle informazioni meteorologiche. Secondo la ricercatrice Brendan Bombaci di Durango, Colorado, i sistemi informatici della Raytheon sono collegati con i loro droni U.A.V. usati per la modifica delle condizioni atmosferiche.[…]

Secondo una pubblicazione militare statunitense denominata “Military Progress”,"il via libera è stato dato per disperdere sciami di nanosensori (M.E.M.S.) nella troposfera controllati da remoto per mezzo di droni U.A.V. impiegati ufficialmente per la "mitigazione del riscaldamento globale".



Gli U.A.V., così come i droni dell’U.S.A.F. "sono atti ad implementare diversi compiti di guerra climatica”, è scritto nella medesima rivista. Questa duplice missione, ossia "mitigare" il riscaldamento globale ed usare armi meteorologiche, sembra un po' contraddittoria.

La U.S. Military Corporation è da lunga data impegnata in operazioni ufficialmente volte a diminuire gli effetti del global warming. […], usando paradossalmente mezzi che producono gas serra: un singolo F-15 brucia intorno ai 1.580 litri l'ora di carburante. I 1.838 carri armati Abrams in Iraq consumano cinque galloni al miglio, mentre le nanoparticelle di proiettili radioattivi continueranno a distruggere il D.N.A. umano fino a quando il nostro sole diventerà una supernova. […]

L’U.S.A.F. ha consumato quasi la metà del combustibile riservato al Dipartimento della Difesa nel 2006, bruciando 2,6 miliardi di galloni di carburante.

Mentre vola per le sue missioni dalle due alle cinque al giorno per riflettere la luce solare e ridurre il riscaldamento globale, un unico KC-10 tanker brucia 2.050 litri di carburante (JP8) altamente tossico ogni ora. Il più grande è il KC-135 Stratotanker che trasporta 31.275 galloni di scie chimiche e brucia 2.650 litri di carburante all'ora. […]

Nel frattempo, la ricerca di sessant’anni di guerra climatica continua. Anche se un drone non può trasportare un carico pesante, microscopiche particelle atte alla modificazione del clima possono essere stipate in un Predator U.A.V.



Secondo il documento militare, Owning the weather in 2025, nuvole composte da queste nanostrutture sono sparate negli uragani ed in altri fenomeni meteorologici per fondersi con le tempeste e riportare i dati meteorologici in tempo reale tra loro e ad una rete di sensori più grandi.

Poi queste particelle “intelligenti” verranno usate per aumentare o diminuire la dimensione della tempesta e la sua intensità e "guidarla" su "obiettivi specifici".

Il rapporto dell’U.S.A.F. si vanta che le nano chemtrails "saranno in grado di adattare le loro dimensioni durante il processo di inseminazione". Invece di essere disperse nell’aria in balia dei venti in alto, come è il destino delle normali scie chimiche, la versioni nano saranno in grado di migliorare la loro dispersione, "regolando la loro galleggiabilità atmosferica" e "di comunicare con gli altri sensori", come fossero un “gregge” coordinato all'interno della loro stessa nuvola artificiale.

Le nano-scie chimiche saranno anche in grado di "cambiare la loro temperatura e la polarità per migliorare il loro "effetto semina", rivela l'U.S.A.F.

Lo scienziato J. Storrs Hall della Rutgers University ha così illustrato il progetto dei militari relativo a questi nuovi nano-guerrieri del tempo: "Interconnesse, atmosfericamente vivaci e con la capacità di muoversi nelle tre dimensioni, le nuvole di particelle microscopiche comunicano tra loro e sono gestite da un sistema di controllo. Esse potrebbero essere dotate di tremende capacità".

[1] Si ricordi che l'esiziale Raytheon è industria bellica controllata dal Vaticano. "La Raytheon è una società appaltatrice della Difesa che molti sospettano essere pesantemente coinvolta nel 9 11. Il Presidente della Raytheon all'epoca dell'inside job era David Burnham, formatosi alla Xavier University, ateneo gestito dai Gesuiti". Vedi sabbathrock.com


Fonte: willthomasonline.net

Si ringrazia Nienteecomesembra per la segnalazione.

lunedì 2 maggio 2011

Morgellons e terraforming (articolo di Kandy Griffin)

L’articolo di Kandy Griffin, del “Morgellons research group”, non contiene particolari novità sulla gravissima affezione. Tuttavia è importante, poiché il testo inquadra la malattia nel giusto contesto: le scie chimiche sono finalizzate, in ultima istanza, insieme con altri diabolici mezzi, alla modificazione genetica degli esseri viventi in sintonia con i folli progetti del Transumanesimo. La meta finale è la degenerazione dell’essere umano trasformato in uno schiavo radiocomandato, in un docile robot bio-sintetico.

Falliranno miseramente nel loro intento.



Questo video, realizzato da un valente studioso del Morgellons (skizitgesture), spiega in modo efficace quali sono le tecniche di bioingegneria attuate per trasferire surrettiziamente (con le chemtrails) i biosensori negli organismi umani.

Il Morgellons più che una malattia, è un processo. Si tratta di un modo per forzare l'evoluzione del genoma umano. È la fase fetale del Transumanesimo ed incombe su di noi. Questo progetto invisibile è realizzato attraverso le diuturne operazioni note come "scie chimiche", diffuse in tutto il mondo. Non c'è scampo. Le operazioni di "bonifica del territorio" per mezzo delle scie chimiche investono tutta la terra e tutti gli esseri viventi, voi compresi.

Molti sono morti. Mentre il C.D.C. si trascina con il suo cosiddetto studio, gli esseri umani si ammalano, provando una sofferenza inenarrabile e sono lasciati soli, senza alcuno cui rivolgersi. In innumerevoli pazienti sono state diagnosticate impropriamente parassitosi frutto di psicopatologie.

Poco prima dell'"esplosione" del Morgellons qui negli Stati Uniti, il C.D.C. (Center for “diseases control” di Atlanta) ha inviato comunicazioni ai medici di tutto il paese, in cui si affermava che stavano rilevando un aumento di pazienti con DOP. Coincidenza? Credo di no. Era un escamotage per coprire le loro tracce, per così dire.

I deliri non causano lesioni della pelle che trasuda, non generano gli insetti che si muovono sotto pelle, vermi, funghi, muffe, piante, fibre colorate e fasci di fibre, placche policrome o cristalli di diverse forme e colori. Questi sono solo alcuni dei sintomi associati a questo processo di mutazione, in base alla propria struttura genetica. [...]

I ricercatori indipendenti stanno acquisendo molte cognizioni sul Morgellons e stanno mettendo insieme le tessere del mosaico. Sembra che nella patologia rivestano un ruolo determinante le proteine di numerose specie (si pensi alle conclusioni della giornalista indipendente, Carolyn Williams Palit, n.d.r.) nonché biosensori nanotecnologici.

E' lento, invasivo e progressivo.

Centinaia di campioni sono stati ottenuti da persone che non mostrano i sintomi della mutazione. Gli stessi campioni sono stati trovati in pazienti in cui la sindrome è conclamata come nei campioni ambientali.

Immaginate di trovare un punto nero da cui spuntano una fibra blu da uno strato di pelle strana che si è ivi formata, insieme con le lesioni cutanee. Quindi immaginate di trovare lo stesso filamento nero e la stessa fibra blu su un chicco di riso. Li ho confrontati. Era impossibile distinguere quale venisse dalla mia pelle e quale dal riso.

Il Transumanesimo si attua attraverso il terraforming.


Fonte: aircrap.org


martedì 2 novembre 2010

Morgellons: intervista alla Dottoressa Hildegarde Staninger

Pubblichiamo la traduzione di un'intervista [ LINK ] rilasciata dalla tossicologa californiana, Hildegarde Staninger, all'emittente Out of there TV. Si tratta di un documento di eccezionale valore in cui la Staninger correla il Morgellons alle scie chimiche ed alle strutture nanotecnologiche, evidenziando cause e sintomi della malattia, senza trascurare alcuni consigli per prevenire questa terribile affezione.


TRASCRIZIONE

- Benvenuti ad un'altra edizione di Out there TV! Certamente non come il tipico TG in prima serata!

- Salute a tutti! Grazie per essere con noi. Un'incredibile storia stasera. E’ nostra ospite per la prima volta la dottoressa Hildegarde Staninger.

- E lei ci parlerà del morbo di Morgellons, essendo tra i principali ricercatori su questa sindrome.

- Hildegarde Staninger è una dottoressa di medicina integrata ed uno dei più insigni ricercatori nel campo della tossicologia industriale.

- E non solo, la Staninger è una dei pochi scienziati che sta attivamente studiando la malattia conosciuta come sindrome di Morgellons. Stasera ci fa compagnia con alcune scoperte veramente incredibili!

- Benvenuta, dr. Staninger.

Grazie tante per avermi chiamato nella vostra trasmissione.

- Questo è qualcosa di nuovo per la maggior parte dei nostri spettatori. Perciò ci spieghi che cos'è esattamente il problema della sindrome di Morgellons.

Il problema con il Morgellons, cioè questa malattia è che troviamo gli stessi sintomi con tutte le persone affette. Hanno delle fibre che crescono dai loro corpi e queste fibre bruciano a una temperatura di 1400 gradi F o più. Le fibre sono di colore nero, blu o rosse o anche bianche. I malati perdono capelli i quali vengono sostituiti con questi pseudo-capelli, soffrono di affaticamento cronico ed una serie di lesioni ricoperte con una pelle falsa. Qualcuno li chiama calici, dove queste fibre ed altri materiali si accumulano sotto la pelle.

- Dottoressa, stiamo proprio mostrando delle foto della cosa che ha menzionato. Questa cosa è raccapricciante: sembra cosi aliena sul corpo umano.

Ed è un vero invasore straniero, cioè qualcosa che viene introdotto nel corpo e non viene riconosciuto dall'organismo. Attacca i meccanismi di difesa della vittima. E in questo caso i materiali sono stati identificati alla fine degli studi condotti nell'ambito del progetto FMM. Abbiamo scoperto che il materiale è composto da una doppia composizione di poliestere con altre miscele organiche. Fondamentalmente è simile a due cannucce di plastica con una testa di silicio.

- Sul suo sito Internet c'e qualcosa chiamato ''testa dorata''. Di che cosa si tratta?

La testa dorata è stata identificata subito all’inizio delle ricerche. Abbiamo lavorato passo per passo. Lasciatemi soltanto spiegare che cosa erano questi passi. Nella prima batteria di test, usando i metodi di patologia tossicologica, condotta da me ed un mio collega, il dr. Rahim Karjoo, abbiamo identificato la natura fisica dei campioni che ci ha mandato un cittadino colpito dalla sindrome di Morgellons, tramite l'ospedale del New Hampshire. Questi campioni hanno mostrato la presenza di silicio e cristalli di silicio. Questo era nella prima fase. La seconda fase ha mostrato un’elevata densità di fibre di polietilene e la presenza di altri composti. La terza fase comprendeva la combinazione di circa 24 esemplari che ci sono stati mandati da tutte le parti del mondo e la comparazione con esemplari residui di scie chimiche mandateci dal Texas. Aggiunti gli esemplari di due pazienti affetti da Morgellons sotto la mia cura e la cura del Dr Spencer, abbiamo trovato che combaciano con gli esemplari dei residui di scie chimiche mandateci dal Texas. Di queste due persone una viveva a Point Hill e l'altra a Long Beach.

- Questo che stiamo vedendo è sulle vostre pagine Internet. Sono dei campioni di residui di scie chimiche. Come sono arrivati a lei? Come sembravano a prima vista?

Sembrava come zucchero candito, come zucchero candito bianco in un sacchetto di plastica. E c'era un ramoscello attaccato, perché la persona che ha prelevato l'esemplare lo ha visto cadere dal cielo avendo l'accortezza di prenderlo, datarlo e metterlo in contenitori appropriati.

- Avete avuto una paziente di nome Lily e stiamo mostrando una fotografia di una fibra prelevata dalla sua pelle. E questa è della stessa composizione come la fibra dalla scia chimica che abbiamo visto prima.

Sì. Soltanto che va in fasi. Vedrete analisi chimiche svolte con scansione microscopica, tecniche svolte da laboratori Landau e MIT a Woodhall ed un altro nostro laboratorio Applied Consumer Services. La cosa importante è che come questo materiale invecchia compaiono altri composti. Questi composti si sono dimostrati come metalli: infatti sono metalli di transizione che creano una loro batteria. I composti usano le cellule per fare una loro pila, avendo il silicio o del gel tra una cellula e l'altra che riescono a soffocare o contenere la cellula. Ognuno dei pazienti che il Dr Spencer ed io abbiamo visitato hanno questo capello che è uno pseudo-capello rispetto ad un vero capello -- perché non hanno un nucleo. I capelli umani hanno un nucleo. Possono mettere il loro dito vicino ad uno di questi pseudo-capelli, senza neanche toccarlo a solo un paio di millimetri di distanza e il capello comincia a ruotare. Questo significa che c'e qualche tipo di carica elettrica nel loro corpo. Abbiamo misurato... Una compagnia ha portato un nuovo congegno, EFC dalla Corea. Abbiamo preso esemplari di urina e la conduttività è molto elevata in un essere umano, se si trova vicino a uno di questi. Quando si usa un prodotto chiamato Exelosphere, costruito da Dearborn Technologies, possono andare in alto fino a livello tre di conduttività che è estremamente elevato.

- Dottoressa, dobbiamo prendere una pausa per la pubblicità. Questo è qualcosa come uscito da un film di fantascienza degli anni '50. Il nostro ospite -- la Dr Staninger parla di Morgellons e di scie chimiche. Torniamo tra poco...

- Salve, dottoressa... Prima della pausa stavamo parlando di conduttività elettrica. Dovremmo magari vedere se abbiamo capito chiaramente l'argomento. Queste fibre allora in qualche modo hanno una carica elettrica?

No, no. Arrivano in nano-particelle. Non siamo neanche arrivati a quel punto della storia. Queste particelle creano come uno schieramento. Intendo che formano linee e si collegano. Potete vederle nelle prime fotografie, le fotografie del silicio. Queste particelle si collegano e creano una fibra.

- Non credo che abbiamo una fotografia di questo.

Ok, allora farò io un breve sommario. Quello che dicevo prima circa i metalli di transizione e la conduttività. I metalli di transizione sono metalli che creano una carica elettrica, quali ferro, zolfo e fosforo e cosi via. Però in questi pazienti ci sono alti livelli di metalli di transizione. E che cosa succede? Ci sono delle nano-particelle che si collegano in uno nano-schieramento che prende un tipo di forma, spesso in linea retta. E cosi si creano le fibre. E nelle prime fotografie riprese dal Dr Karjoo si può vedere l’associazione tra le particelle che si collegano.

- Dottoressa, questa è forse una domanda ridicola, però l'analisi chimica di queste fibre ha rivelato un’origine terrestre o extra-terrestre?

No, quello che ho scoperto è terrestre, nel senso che quando queste nano-particelle arrivano nel corpo come ''polvere intelligente'' (smartdust) o solo particelle. Quello che succede è che esiste una specie di nano-particella chiamata ''nano-assembler'' -- nano-assemblatore. Questa usa i materiali del corpo per assemblare la sua rete di fibre.



L'INVASIONE DELLE NANO-MACCHINE

Quello che succede è che esiste una specie di nano-particella chiamata ''nano-assembler'' -- nano-assemblatore. Questa usa i materiali del corpo per assemblare la sua rete di fibre. Ho fatto una comparazione, abbiamo avuto un esemplare di un meteorite, credo sia originario di Marte. La composizione del meteorite non combaciava con la composizione delle fibre. Teoreticamente se qualcuno con il morbo di Morgellons toccasse il meteorite passerebbe il Morgellons al medesimo, il nano-schieramento di fibre userebbe il materiale del meteorite con cui farebbe associazione.

- Allora è come una sorta di parassita.

Sì, ma soltanto se lo definite un parassita creato dall’uomo. Abbiamo mandato le prime fotografie ed esemplari al presidente dell’Associazione americana di parassitologia. Lui ci ha risposto dicendo che:

Uno -- non è un parassita,

Due -- non sono cellule eucariote,

Tre -- non è biologico

Quattro -- è stato creato artificialmente.

- E allora che cos'e veramente?
- Creato dall'uomo, però non e un parassita...

Se guardate i risultati che abbiamo ricevuto dalla MIT e dai laboratori Landau e potete immaginare - io vivo nell’area di Los Angeles dov'e c'e un famosa bevanda coreana fatta con la è tapioca, in ogni caso hanno lunghe cannucce -- mettete una cannuccia assieme ad un'altra e avete la composizione di poliestere. Poi mettete soltanto una testa di silicio all’estremità ed è quello di cui stiamo parlando. Tutte quelle fibre che sono state identificate e che noi abbiamo chiamato 'fibre' -- quando abbiamo fatto la scansione con il microscopio elettronico ed il Roman-test che era micro-Roman cioè tra 1 e 20 nano-metri, si sono dimostrate come poliestere in due parti.

- Allora questo deve essere stato creato dall’uomo.

Deve esserlo, perché hanno una forma uniforme, uno schieramento uniforme ed uno schema uniforme. Un'altra cosa - che è un informazione nuova -- il Dr Karjoo ha avuto recentemente un paziente il quale aveva fibre che crescevano dalla guancia e le ha isolate. Ha isolato come un filo con granuli dentro -- che erano cristalli di poliestere molto simili a cristalli di poliestere liquido -- cosa che conferma il poliestere che noi abbiamo trovato.

- Questa cosa, dottoressa, è che queste fibre si attaccano e crescono nella pelle umana?

- Crescono nella pelle umana, però nel senso che arrivano dall’interno per uscire all’esterno. Da molti colloqui che ho svolto con i pazienti e osservandolo di persona, concludiamo che un cristallo di silicio si deve trasformare in un massa gelatinosa e per fare questo deve avere un’acidità cioè PH di 10, 11. Gli unici organi che hanno questo PH sono il tratto intestinale ed i reni, il che significa che questi materiali devono andare dentro il corpo umano e crescere lì per poi migrare verso l’esterno.

- Accidenti, questo e veramente sci-fi!

E allora quello che vediamo al di fuori sulle persone affette è che questo materiale sta letteralmente squarciando la loro pelle ed i tessuti ed è quello che sentono. Se aveste un po’ di lana d'acciaio o un pezzetto di legno sotto la vostra pelle, vi drebbe fastidio, finché non fosse rimosso. Allora, se avete qualcosa di simile sparso sotto la vostra pelle, piccoli granuli - è molto disturbante.

- Dottoressa, è forse per questo motivo che molte vittime di Morgellons dicono di sentire come piccoli insetti microscopici che strisciano sotto la loro pelle. Una signora, Vera Gallagher in California, ha preso un coltello, cercando di tagliarsi per rimuovere quello che pensava fosse un insetto sotto la sua pelle.



Non conosco questa persona, però spiega come stanno molte persone che sentono questo effetto. Questo materiale, nano-materiale ha la caratteristica di “migrare” dagli organi con l'alto PH, dove si trasforma in gel, verso il sistema nervoso periferico, che si trova sotto la pelle. Attacca i micro-nervi, così sentite proprio tutto.

- Povere queste persone! E loro hanno sintomi veri, si grattano la pelle...

Sono sintomi veri! Permettetemi di interrompervi. Noi abbiamo un questionario che usiamo io ed il Dr Spencer. Ci sono 167 sintomi! E quando ci viene un paziente magari gli mancano soltanto 3 di questi sintomi. Tutti i pazienti che abbiamo visitato hanno praticamente tutti i sintomi di continuo.

- E se vanno da qualche altra parte, queste povere persone e molti altri che guardano questo stasera o magari hanno anche dei sintomi -- se vanno da un dottore qualsiasi -- che cosa succede loro?

Molti di loro ricevono una diagnosi sbagliata o la risposta che è tutto nella loro testa ed altri vengono trattati come se avessero una parassitosi. Qualche volta questi medicamenti funzionano con alcuni o sembra che funzionino. E’ perché questi farmaci sono fatti con altri metalli con cariche valenti che interagiscono con quei metalli di transizione.

- Allora...

Così fermano il processo e sembra che il problema sia svanito, però alla fine ritorna perché nessuno ha fermato quello che io chiamo l'assemblatore né è stato snidato da dove questo si è insediato, continuando la costruzione.

- Quando dite ''assemblatore'' sembra come un robot o qualcosa del genere. Questo è forse un buon punto per prendere una pausa...

Beh, il termine corretto nella letteratura è nano-robot.

- Perfetto, prima della pausa pubblicitaria. Quando ritorniamo spiegherete ai nostri spettatori esattamente che cosa intende. Fermi tutti, la Dr Hildegarde Staninger ritornerà presto.

- Ok, prima di ritornare alla questione dei nano-robot, il nostro co-produttore ha posto una domanda. Siete forse al corrente di bimbi nati con questa condizione?

Io non ho lavorato direttamente con neonati, però so che ci sono stati casi di bambini che sono nati con questa sindrome. Me lo ha riferito Shoshanna Allison, la mia collaboratrice addetta alla la raccolta di tutte le informazioni.

- Che tragedia! Potete immaginarlo, un neonato che soffre di una cosa così.
- Hai qualcosa qua sulla tua guancia.
- Smettila! Allora, diteci qualcosa di questi nano-robot.

I nano-robot possono essere, come in questo caso, più come materiali chimici con una funzione specifica. I nano-robot vanno sempre in un'area designata, creati per andare là e svolgere soltanto una o più funzioni. In questo caso questa è la creazione di una rete molto simile ad una rete di fibre ottiche -- però dentro il corpo umano.

- Ok, abbiamo fibre ottiche e prima aveva detto qualcosa sul silicio. Allora c'e qualche relazione, per esempio, con persone che hanno impianti a base di silicio? Potrebbe una cosa così avere qualche peso in questo caso?

Sì, perché questo potrebbe essere un diretto medium per la crescita. Però non abbiamo lavorato con nessuno che aveva impiantati di silicio o altra protesi a base di silicio.

- Allora, deve essere arrivato dall'ambiente. Sappiamo di un caso dove avete fatto il collegamento con le scie chimiche.

- Io lo sapevo che c'era un collegamento...

Ci sono due casi. Quello dal Texas e quello di Lilly.

- E Lilly. Ok, però, ci sono scie chimiche da tutte le parti costantemente.

Esatto. E possono contenere delle altre sostanze chimiche, però c'e una chiave. Io la chiamo “polvere intelligente” (smartdust). La polvere intelligente è una particella molto, molto piccola di nano-grandezza che ha una funzione specifica. Se guardate in certe condizioni di luce, essa appare come un luccichio, non è normale pulviscolo. E’ particolarmente differente dalla normale polvere che trovate in casa. E’ polvere intelligente.

- E questo sarebbe in aree, come...

- Abbiamo visto questa polvere. Lo sa, dottoressa, io ho uno di quei grandi riflettori. E se andate di notte fuori e lo puntate verso il cielo è incredibile tutto quello che si trova nell’aria. E’ disgustoso.



Esattamente! E se vedete questo luccichio state guardando la polvere creata artificialmente all’opposto della normale polvere che non riflette la luce.

E adesso veniamo alla cosiddetta "teoria della cospirazione". Se la sindrome di Morgellons è collegata con le scie chimiche e viene dalle irrorazioni aeree, c'e forse un grande piano per introdurre questa cosa negli esseri umani?

Non so se questo sia un piano, però posso dire che siamo tutti stati esposti, tutti gli animali, tutte le forme viventi di questo pianeta. A questo punto è solo questione della nostra genetica individuale e con che cosa siamo stati avvelenati chimicamente, nel senso se lavoriamo nell’industria o se viviamo in aree contaminate -- che alla fine permette a questa malattia di manifestarsi prima o dopo.

- Visto che voi lavorate con questo, probabilmente dovete essere molto attenti. E questo qualcosa che potrebbe scavare dentro di noi è contagioso?

Io non lo considero contagioso, perché ho notato che deve avere una specifica composizione chimica. Vi do un esempio. Nei casi dove ci sono le lesioni e lo scolorimento della pelle c'e molta porfiria nel corpo dei pazienti. Io praticamente so che è una macchina creata dall’uomo.

- Allora non è molto probabile che si trasmetta da persona a persona.

La ragione perché sembra che qualcuno si è ammalato dopo essere stato, diciamo, esposto ad altri ammalati è perché anche quella persona è stata sotto l'influenza degli stessi compositi chimici che poi servono come materiale di costruzione per gli assemblatori.

- Abbiamo capito.
- Non mi importa se è contagioso. Abbiamo questa fotografia qui. Anche se fosse mia madre ed avesse questo sulle sue labbra -- io non le andrei vicino.

Si, è una situazione veramente difficile. E poi c'e la tecnologia con questi cristalli liquidi, nel senso che questi cristalli hanno differenti DNA, come ho dichiarato nei miei primi lavori ed in altre trasmissioni. Altri scienziati non hanno scoperto questo e allora lo chiamano parassita, perché non hanno mai trovato l'intera cosa, cioè un intero organismo.

- Cosi lo paragonano ad un parassita?

Esattamente. Però io vorrei vedere qualcuno di loro fare un’analisi del DNA.

- Certamente.
- Dottoressa...

Noi abbiamo fatto analisi, però solo quella chimica.

- Cosa fa il CDC (Centro per il Controllo di Malattie) su questo argomento?

Onestamente non lo so. So che agli inizi, in ottobre, settembre 2006, avrebbero dovuto condurre degli studi in California. Poi hanno deciso di tornare a compierli ad Atlanta e poi in Texas, ma non ho mai appreso che abbiano fatto qualcosa.

- Dottoressa, qual è la vostra stima sul numero di persone affette solo negli Stati Uniti?

All’inizio dell'anno le statistiche ci dicono che ci sono più di 60.000 negli Stati Uniti e 100.000 in tutto il mondo. Il tasso di espansione è di 1.000 persone al giorno sul piano globale.

- Allora, ha detto 60.000 negli Stati Uniti. C'e forse una parte del paese che sembra essere più colpito?

Il 26% si trova nel sud della California, gli altri casi sono in Texas ed in Florida, però si sta espandendo. Ci sono specifiche città che hanno un numero elevato di casi.

- Un nostro esperto di scie chimiche in Los Angeles dice che le irrorazioni là sono proprio diventate fuori controllo. E' incredibile... Dobbiamo fare una pausa.

- Sì, dobbiamo prendere una piccola pausa. Però, quando torniamo, vediamo se possiamo dire alla gente qualcosa per prevenire questa terribile malattia.

- Ok, abbiamo un'altra domanda dalla sala di regia e penso questa sia una buona domanda. Queste fibre o nano-robots, che in qualche modo stanno cadendo dal cielo, è possibile che entrino nelle piante? C'e qualche prova che quando mangiamo qualcosa sulla quale sono cadute queste particelle possiamo essere contagiati?

Sì, ci sono prove sin dall'inizio da piante, animali -- anche cibo marino. E’ una cosa globale. Per esempio, quando li vedete nelle fotografie con quel tipico apice a forma di uncino, è molto facile vederli su altre forme di vita.

- Dottoressa, mi viene sempre più di grattarmi, stasera. Questa è forse una domanda un po’ strana, però a quale temperatura si dissolvono le fibre che crescono dalla pelle?

Nessuna si è dissolta. Le abbiamo messe ad una temperatura minima di 600 gradi Farenheit (315 C) fino ad una temperatura massima di 1.400 gradi farenheit (760 C). A queste temperature si sono portati i nostri esperimenti.

- E non si dissolvono?

Non si dissolvono -- si lacerano, però rimangono in un pezzo. Una di loro si è solamente frantumata e da quella abbiamo la testa dorata. La fibra bruciata a 1.400 gradi Farenheit, si è spezzata, mostrando una testa dorata.

- Abbiamo queste cose che cadono dal cielo, avete scoperto che sono nel nostro cibo. Come possiamo, cioè dobbiamo magari rinforzare il sistema immunitario?

Questa cosa che abbiamo trovato non stimola mai il sistema immunitario, perché è microscopico. Se il sistema non lo identifica, non può mandare i suoi ''soldati'' per combatterlo. Allora quello che dovete fare è principalmente tenere il vostro corpo in buona salute e mangiare cose che fanno bene al vostro sistema digestivo, perché sappiamo che è la che si formano i primi organismi.

- Se manteniamo il sistema digestivo in forma, allora l'organismo non ha la possibilità di crescere.

Assemblarsi!

- Assemblarsi. Sì.
- Esattamente.

E questo vale per ogni materiale chimico. Il 35% al minimo si assorbe dal sistema digestivo.

- Allora manteniamo il nostro sistema digestivo in buona salute. Dottoressa, dobbiamo salutarla. La ringraziamo.

Io ringrazio voi per avermi chiamata.

- Quando ha qualche novità, ce lo faccia sapere e la chiameremo di nuovo in trasmissione.

Sì, perché stiamo lavorando su alcune contro-misure e c'e speranza. Buona serata.

- Grazie... Beh, se questo non vi ha dato i brividi non so che cosa potrebe darveli.

- Incredibile. Lo sapevo che c'era un collegamento tra le scie chimiche ed il Morgellons -- e finalmente uno dei più importanti tossicologi lo ha provato! Buona notte a tutti e ricordate -- la verità e là fuori.



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